Vestilbene

30.05.2023

Il servizio VESTILBENE, che ha preso il posto dal 2018 del Magazzino Vestiario di Ancona, è un emporio di vestiti nuovi, o usati in buono stato, donati da aziende e cittadini a cui accedono persone e famiglie del territorio, che si trovano in una situazione temporanea di difficoltà e ha l'obiettivo di garantire loro l'autonomia e la dignità che meritano. Vestilbene è aperto sia ai residenti del comune di Ancona che alle persone senza dimora. Ogni anno sono circa 300 gli utenti, singoli e famiglie, che si rivolgono all'emporio del vestire solidale.

Una storia

Edeltraud: volontaria di vestilbene

Sono nata in Germania e fin da piccola ho sempre sentito la chiamata al "donarsi". Mio papà è morto molto presto e in famiglia eravamo 11 fratelli; è proprio nel contesto familiare che ho capito che il fratello è un altro me. Da giovanissima, sono entrata in contatto con Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari."

È l'auto presentazione di Edeltraud, terziaria del movimento internazionale di rinnovamento spirituale e sociale che mira a contribuire all'unità della famiglia umana, da oltre due anni volontaria presso la nostra Caritas diocesana.

"I miei anni di formazione – racconta Edeltraud o, come la conoscono tutti, Edi – li ho svolti a Loppiano (prima cittadella internazionale del Movimento dei Focolari); lì passavamo le giornate a sviscerare il Vangelo, a pregare, a riflettere sul mistero che Gesù si è fatto uomo, uno di noi! Grazie a Chiara Lubich ho preso veramente coscienza del fatto che Dio ci ha sempre amati per primi."

Si rimane impressionati nell'ascoltarla declinare i mille impegni che l'hanno portata a vivere il suo ministero in tanti paesi lontani, nei luoghi dove vivono le comunità e le persone più povere, in Germania, Giappone, Roma e Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo, dove ha vissuto 19 anni. "In Africa – prosegue Edi - ho avuto un impatto incredibile con la povertà. Sono stata per anni nelle periferie del mondo, tra baracche, fango, pozzanghere, malattie di ogni tipo. Quest'esperienza è stata per me come una scossa, una presa di coscienza e di responsabilità. In Africa ho seguito con molto interesse e passione anche l'attività di fundraising, per finanziare progetti legati alla costruzione di pozzi, scuole, ospedali. Ma dopo tanti anni ho capito di dover lasciare l'Africa. Il rischio di vanità, di autoaffermazione e di autocelebrazione era alto. Mi sono chiesta: "Può qualcuno sentirsi realizzato sulle povertà degli altri?". Quindi ho chiesto di venire via. Mi sono rigenerata in un viaggio in Palestina e poi ho proseguito con la mia missione, portando servizio, passione, gioia ed entusiasmo in tante altre città Italiane."

Edi è arrivata ad Ancona durante la pandemia, nel novembre del 2020 e fin da subito ha prestato il suo servizio presso

Vestilbene, l'Emporio del vestiario di via Podesti, dove i poveri possono scegliere l'abbigliamento vario in autonomia, secondo le necessità e gusti tra le tante cose donate dalla generosità di aziende o cittadini. "All'Emporio – prosegue Edi – assieme agli altri volontari mi occupo di rifornire e sistemare gli scaffali e di gestire il punto cassa. Ogni gesto, dal piegare bene i vestiti alla cura dell'ambiente, ai consigli dati nell'aiutare i nostri ospiti nello scegliere i vestiti più adatti alle proprie esigenze corrisponda a un gesto di amore."

A Vestilbene, infatti, facciamo in modo che l'ambiente sia sempre accogliente e ordinato; le persone che ne usufruiscono hanno la loro dignità ed è importante far trovar loro un luogo sempre bello, curato, proprio come in un tradizionale negozio di abbigliamento. "Trovo fantastico il fatto che le persone abbiano la possibilità di scegliere il vestito che più desiderano. È tutt'altro che banale, è un gesto estremamente dignitoso, non assistenzialistico. Il povero è qualcosa di grande, è un altro me e con lui si crea un rapporto di amore oblativo. È bellissimo il clima che si instaura tra tutte le persone che entrano in contatto con questo come con gli altri servizi Caritas, che siano essi ospiti o volontari."

Edi potrebbe raccontare infiniti gesti di carità e sarebbe bello ascoltarla per ore. Ma tra i tanti ci colpisce un episodio per la sua semplicità e spontaneità. Uno di quegli episodi che potrebbero capitare ad ognuno di noi e che spesso, per la fretta od altro sfuggono alla nostra attenzione.

"Credo che la radice del volontariato sia proprio la relazione di cura che si instaura tra le persone. Ricordo di un utente dell'emporio, una persona che ha circa 60 anni. Stava scegliendo un paio di pantaloni ma non riusciva a trovare la taglia. Mi è venuto spontaneo dirgli "Signore, provi questi" scegliendo un paio di pantaloni che, ad occhio e croce, potevano andar bene. Lui mi ha guardato, aveva gli occhi lucidi, e mi ha ringraziato per averlo chiamato "Signore". Questa è solo una delle mille esperienze luminose che accadono in Caritas!"

Un esempio per tutti noi di come le relazioni umane costruite sul rispetto reciproco e l'empatia diventano veicolo di fraternità.